Per chi ha le idee confuse in rapporto al naming Vibram e al suo uso, e pensa che Vibram sia il nome di un materiale, sappia che Vibram oltre che nome di un’azienda è il nome della suola. La suola Vibram è stata la prima ad essere prodotta in gomma vulcanizzata con la tassellatura a carrarmato. Vibram quindi non indica il materiale, ed è sbagliato dire che una tal scarpa ha le suole in Vibram.
Tutto cominciò quando il signor Bramani ebbe l’idea, realizzò la suola con l’aiuto di Leopoldo Pirelli e della tecnologia della gomma vulcanizzata dei penumatici, depositò il marchio e il brevetto e cominciò a produrre le suole. Questo a seguito di una sciagura in montagna a punta Rasica che nel 1935 causò la morte per assideramento di sei scalatori, ma la sopravvivenza del signor Bramani. A quei tempi per arrampicare si usavano pedule di canapa o corda e si lasciavano alla base gli scarponi chiodati di avvicinamento. A causa del maltempo il gruppo di scalatori guidato da Bramani rimase bloccato sul ghiacciaio, e per l’attrezzatura inadeguata fu sopraffatto dal gelo.
Vi+Bram
Il fulcro è proprio lui, Vitale Bramani con un nome che è tutto un programma: il nome proprio Vitale dà vibrazioni estremamente positive, soprattutto alla luce della tragedia della Punta Rasica. Il cognome Bramani oltre a bramare, brahamani e braminni, ci porta alle mani. Vitale Bramani fu ebanista, e proprio grazie alla sua abilità di intagliatore poté creare un prototipo in legno della suola a carrarmato. Sulla base di questo Pirelli realizzò uno stampo in acciaio per produrre in gomma la nuova suola studiata da Bramani.
Tornando al nome della suola: Vibram unisce la prima sillaba Vi del nome Vitale e Bram sillaba iniziale del cognome Bramani. Semplice. Il marchio viene registrato nel 1939 e prima ancora all’estero, mentre il brevetto della suola è del 1942. La conquista del K2 da parte della spedizione italiana dotata di scarponi Dolomite con suole Vibram, è del 1954. Ottime prestazioni in termini di resistenza all’abrasione, alla trazione, di aderenza e di arrampicata fino al 4º grado: con le suole Vibram la stabilità degli scarponi chiodati sposa la flessibilità e il grip delle pedule.
Le cause legali condotte dall’azienda Vibram sono infinite: in tanti provano a riprodurre il disegno del carrarmato della suola e Vibram rischia di diventare un marchio generico. Oggi i disegni del carrarmato sono 5000; difficile star dietro a tutto questo. L’azienda è florida ed è un fiore all’occhiello dell’Italia creativa e produttiva.
FIVEFINGERS
E’ una scarpa firmata Vibram che si indossa come un guanto. Il nome è estremamente descrittivo perché effettivamente la scarpa ha proprio le cinque dita. A vederla fa un po’ impressione e indossata fa pensare a mutazioni genetiche e androidi. Ma non si può non parlare di innovazione. Il nome Fivefingers è semplice e asciutto: punta il dito (!) sull’originalità della proposta, e lo fa usando l’inglese, in modo internazionale ed efficace. Una leggera originalità nominale sta nel congiungere le due parole Five e Fingers e creare una parola unica.
ARCTIC GRIP
Un nome un po’ più libero, ma sempre all’insegna dell’immediatezza. Sono le suole che danno una strabiliante aderenza sul ghiaccio, con tasselli termocromatici che si attivano a temperature sotto lo zero. Il termine Arctic proietta tra i ghiacci, mentre Grip dichiara la presa, la tenuta, la vittoria sullo scivolamento. Assertivo e degno di lode il claim usato per la campagna pubblicitaria: Make Ice Obsolete. Obsoleto è un termine … obsoleto, ma proprio per questo risulta rilevante.
FUROSHIKI
E’ la scarpa che nel nome e nella vestibilità si rifà alla tecnica giapponese dell’avvolgere oggetti con un tessuto. Chi conosce la tecnica del Furoshiki è rimasto sicuramente incantato dall’abilità dei giapponesi nell’impacchettare qualsiasi oggetto irregolare e non, dalla bottiglia alla scatola per il bento, il contenitore per il pranzo. Furoshiki è un termine difficile e ricercato, ma molto efficace nel presentare la peculiarità della scarpa che abbraccia il piede come un tessuto perfettamente aderente. Il furoshiki letteralmente è un tessuto di forma quadrata che veniva usato dai giapponesi nell’antichità per infagottare i vestiti quando si recavano ai bagni termali pubblici. Combina la parola furo “bagno” e una forma del verbo shiku “stendere”.
VTC
E’ una sigla che individua il Vibram Tech Center di Canton in Cina, dove da anni l’azienda ha un polo per l’innovazione e la ricerca. Non trattandosi di un brand da lanciare per il pubblico, non disturba che abbia una sigla come nome; l’importante è che sia pronunciabile anche localmente.
VIBRAM + LENOVO
Questa sì che è innovazione allo stato puro! È già pronto (estate 2016) il prototipo della smart shoe che grazie alla tecnologia di Lenovo avrà chip e GPS e potrà assicurare performance che profumano di fantascienza. Sono previste importanti applicazioni social e ricadute positive sui temi della sicurezza e dell’antinfortunistica.
MESCOLA
Questo non è un nome commerciale ma è un termine molto intrigante. Mescola è un sostantivo femminile che include un verbo, mescolare, che per la sua fonetica fa pensare ad un’azione che sembra perpetua, reiterativa, lenta e costante. La mescola delle suole Vibram può contenere fino a una trentina di ingredienti oltre alla gomma naturale, e nel caso della suola Arctic Grip la formula della mescola è custodita come un segreto nel centro VTC.