C’è chi fa di tutto per inseguire le mode americane veicolate dalla rete e c’è chi crede nelle radici e nella cultura d’origine e ne fa la sua bandiera. In questo caso la cultura è quella sarda e la lingua dei nomi scelti è il dialetto che si parla sull’isola. L’artefice è Renato Soru, imprenditore che ha ravvivato il mondo del naming e delle telecomunicazioni quando ha presentato l’operatore di telefonia Tiscali che deve il suo nome ad una montagna in Sardegna vicino a Dorgali, da cui ha preso il nome anche un insediamento di antiche popolazioni autoctone che vivevano appunto sulla montagna in caverne o doline. Successivamente sempre nel quartiere generale di Soru è nata la piattaforma tecnologica Indoona con un nome che sembra italiano per la finale vocalica, ma che per altre caratteristiche si avvicina di più alle lingue degli indiani d’America. In dialetto sardo Indoona significa “tutto in uno, tutto insieme” e vuole indicare proprio la versatilità di questa app per pc e dispositivi mobili che permette di inviare messaggi, fare chiamate e videochiamate in maniera gratuita o a costi ridotti.
Il dialetto sardo torna nuovamente alla ribalta con Istella, un motore di ricerca social che consente di condividere contenuti multimediali, come documenti, foto, video e file audio non ancora indicizzati dai più importanti motori di ricerca, e riguardanti principalmente il patrimonio artistico italiano. E’ praticamente intuitivo che Istella in sardo voglia dire stella, e che come una stella il motore vuole guidare alla scoperta di archivi storici ma anche personali di tutti noi utenti, comprese le nostre soffitte piene di foto, mappe e documenti. Le chicche del patrimonio italiano portate alla luce e messe a disposizione sotto una buona Istella.