C’è qualcosa di strano in questo brand name, qualcosa che salta all’occhio: mette insieme due universi semantici che solitamente sono distanti e ben separati, se non incompatibili. La parola salumi stimola la salivazione e fa immaginare mortadelle, insaccati, prosciutti, maiali, grassi, golosità … mentre la parola frantoio ci porta in un mondo agricolo fatto di campi, di ulivi, di olio spremuto, di genuinità, di moderazione. Nel frantoio ci sono le olive; eppure scopriamo grazie ad un nome “quasi ossimoro” che si tratta di un frantoio molto speciale, perché in questo frantoio ci sono i salumi. (L’ossimoro è una figura retorica che accosta nella stessa espressione parole di significato antitetico).
Il Frantoio Gentileschi, autore del nuovo brand I Salumi del Frantoio, ha brevettato una ricetta molto innovativa: partendo da tagli di carne di alta qualità, si rimuovono manualmente i grassi in eccesso e si incorpora olio extra vergine di oliva ottenuto da spremitura a freddo senza lavorazione chimica. I grassi mono insaturi contenuti nell’olio extra vergine d’oliva sostituiscono così i grassi saturi animali, rendendo i salumi e le carni meno grassi e meno dannosi per l’organismo. Insomma, una innovazione potente a livello di prodotto che viene comunicata in modo semplice ma efficace attraverso il nome.
Il brand name I Salumi del Frantoio lavora un po’ in sordina perché è diretto ed onesto, e anche nel logo risulta molto tradizionale e naturalistico. Tuttavia l’ossimoro non passa inosservato e mostra come solo un brand name ben studiato può comunicare in modo così sintetico ed impattante una novità soprendente. In questo caso, la scelta di un nome semplice e a suo modo tradizionale crea un effetto dirompente, una “forza tranquilla” che scardina la più elementare certezza, e mette insieme salumi e olio di frantoio. La base line “Con olio extra vergine d’oliva” spiega l’arcano e chiude il cerchio di naming in modo efficace.