Mi stupisce la proliferazione di nomi di bistrot e ristoranti che giocano con i termini inglesi più semplici legati al cibo, in particolare il verbo Eat e il sostantivo Food. Eataly fu pioniere di quella che in Italia è poi diventata una tendenza, quando diede vita nel 2004 ad un concetto nuovo che celebra l’Italia ma con un nome ultra anglosassone. Ne ho parlato qui.
Il verbo eat si presta molto a giochi linguistici: è breve quindi facilmente integrabile in un’altra parola, ed è una sillaba che si scrive in un modo e si pronuncia in un altro. Con la pronuncia può quindi richiamare altre parole inglesi che nella grafia hanno la doppia [E] o la [I]. Ed ecco eat che come il prezzemolo fa capolino in nomi di ristoranti e li rende ludici e un po’ frivoli: Street Food diventa StrEATt, meeting diventa MEATing e poi SquisEAT, EATernity. Anche la parolina food con un po’ di forzature si infila nei nomi: da Foody a Fud, Doof e poi Foodora. Il termine food colora anche Foorban che è un misto simpatico di Urban, Food e For ed anche l’italiano Furbo. In questo nome Food viene fuori grazie al gioco dei colori del logo, ma si perde un po’ nella marea dei nomi a doppia [O] che imperversano nel settore … Deliveroo, Divoora, Quandoo.
Un nome di locale che mi è stato antipatico a prima vista è God Save The Food; forse mi avrebbe fatto un’impressione migliore nella versione Food Save the Queen che avrebbe mantenuto la sua blasfemia ma con una irriverenza più puntigliosa.
Originali le mosse nel mondo delle hamburgherie: qui a Milano c’è un gran sfoggio di Ham con Hamerica’s, Ham, Hamilia che in realtà è fedele al prosciutto e vuole ricordare le tradizioni culinarie Emiliane più che l’hamburger. Ci sono nomi di locali che danno vigore alla veracità della materia prima: Trita, Polpa, Mezza Libbra, Mu … nomi impensabili 15 anni fa.
Anche la parola burger compare più o meno strizzata per ricordarci cosa abbiamo davanti: Burgez, e il sorprendente Vurger il vegan burger, insegna non ancora arrivata in Italia. Ma chi di noi ha dimenticato Burghy!
Ciao Linda, ben vengano gli inglesismi ed altro ma per fortuna si continua a giocare con l’italiano e con le sue variazioni.
Mi piace moltissimo Mi’ndujo, da parte mia ti segnalo le Terme Del Colesterolo //m.facebook.com/termedelcolesterolo/?locale2=it_IT
Grazie Davide … mancavano!!!!
Reggio Emilia è una fucina di idee …