I numeri e i primati di Fiat Panda sono eccellenti:
- 40 anni di vita: Giorgetto Giugiaro ha cominciato a disegnarla nel 1976 e nel 1980 è stata presentata
- 8 milioni di auto vendute in questi 40 anni
- 4 edizioni (o generazioni?) con la ibrida che sarà presentata quest’anno (il 2020)
- L’auto più venduta in Italia
- La prima citycar 4×4
- La prima citycar diesel, poi elettrica e dal 2006 a metano
- La prima citycar che è salita sull’Everest, è andata a Dakar … Non sta un attimo ferma!
Fu rivoluzionaria. Pratica ed economica, essenziale, luminosissima e spaziosa, consumi bassissimi con soluzioni originali e innovative per ridurre i costi di fabbricazione e massimizzare le prestazioni. Nacque utilitaria come una sorta di scatola ed ora è diventata addirittura bella, quasi una piccola monovolume.
LE VICENDE DEL NOME
Ha rischiato di chiamarsi 141, infilandosi tra la 126 e la 127, che allora godevano di buona salute. Per fortuna si pensò di darle un nome vero e proprio e non un numero di tre cifre. Quello del progetto originario era “Rustica”: doveva infatti essere spartana, ruspante e robusta nella sua micro dimensione, che inizialmente era ben sotto i 4 metri di lunghezza, e tale è rimasta.
Poi si individuò il nome Panda per nulla ispirato dall’animale, il quale anzi portò un po’ di problemi tra Fiat e WWF. Panda è stato scelto in quanto nome di una divinità romana minore e quasi sconosciuta: la dea Panda protegge le strade e i viaggiatori e il suo nome deriva dal verbo latino pandere “aprire”, e quindi il suo valore è di “tenere libere le strade”. È proprio una bella invocazione, e a mio parere Fiat avrebbe dovuto comunicare il significato di questa scelta di naming, così coerente e azzeccata. Avrebbe potuto promuovere (o realizzare) immagini della dea Panda come controparte dell’immagine di Padre Pio immancabile su Tir e mezzi pesanti. Avrebbe poi anche dovuto chiarire il rapporto di Panda con San Cristoforo forse il vero titolare, in quanto patrono di “pellegrini, autieri, viaggiatori, piloti, camionisti, ferrovieri, facchini” .(fonte Wikipedia).