SIMBOLI PARTITI ELETTORALI BRAND NAMINGNeanche la politica ne è esente, e in questi giorni ce lo sta dimostrando: un partito o un candidato diventano una marca e vengono proposti secondo le logiche del marketing, e il simbolo del partito si comporta come un marchio, ovvero è un segno visivo-verbale, riconoscibile, colorato e, purtroppo per lui, imitabile. E’ successo per alcuni simboli presentati in questi giorni ed evidentemente simili ad altri. Senza voler discutere circa l’ingenuità o la reale intenzione di contraffazione, si vuole solo sottolineare come questa può avvenire sia sugli aspetti nominali e quindi sulla somiglianza se non addirittura identità dei nomi del partito, sia sugli aspetti grafici relativi ai colori e alle icone integrate nei simboli. Quando poi la somiglianza è su entrambi i fronti, allora diventa difficile escludere l’intenzionalità e l’obiettivo di inquinare il panorama e confondere il votante.

Il vantaggio della politica rispetto al “mercato” è che c’è un organismo del Ministero degli Interni preposto alla verifica della validità dei simboli di partito al momento della loro presentazione. Per i marchi di prodotto questa verifica all’ingresso non è predisposta, ma è dovere del proprietario vegliare sul proprio marchio e impedire che altri lo copino. Questo servizio di monitoraggio, complicato e oneroso per l’azienda proprietaria soprattutto se ha nel suo portafoglio decine di marchi, viene generalmente affidato agli studi legali e a specialisti in Proprietà Industriale.