Voglio dare spazio ad un caro amico che conoscendo la mia passione per nomi, parole, lettere e suoni citava Gianni Rodari, e osservava che alla sua maniera oggi contro il Coronavirus dovrebbe essere il giorno della T, da accogliere per trasformare comportamenti e (aggiungo io) pensieri. E così passare da virus a virtus, con una bella T in evidenza. Sì, servirebbero più T per dare forza e vigore, e riuscire a stare in una zona virtuosa. Siamo sommersi da appelli, esortazioni, divieti, giudizi, buone pratiche e cattive notizie, e qualche pensiero positivo potrebbe essere di aiuto. Seguendo le radici della lingue e gli etimi si scopre che:

Virus è un termine latino che ha un’origine buona: designava il succo delle piante. Poi è passato ad indicare l’umore e il veleno degli animali. Da quando un chirurgo francese nel XVI lo ha usato per il “pus di una piaga contagioso e corrosivo” (Il Nuovo Etimologico Zanichelli) il termine virus ha preso una brutta piega ed ora rimanda ad un “agente infettivo di dimensioni submicroscopiche […] che vive e si riproduce all’interno di cellule viventi” (id.) Come anche “gruppo di organismi, di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare” (Treccani on line).

Virtus è anch’essa una parola latina; il corrispondente italiano è virtù e indica l’amore attivo del bene che induce l’uomo a perseguirlo e a praticarlo costantemente (Il Nuovo Etimologico Zanichelli). Il latino virtute(m) equivale a coraggio, forza, valore, qualità proprie del maschio. E il rapporto tra virtus e vir “uomo” è forte. Dice Cicerone: “Virtus è così chiamata da vir dacché propria dell’uomo è soprattutto la forza, la cui massima funzione è il disprezzo della morte e del dolore”. Nei secoli il campo di senso di virtù e virtuoso si è allargato, ma i concetti di valore e forza che cerca il bene e fugge il male, sono rimasti.

Seguendo i percorsi della lettera T si scopre che in ebraico ci sono due lettere il cui suono è “t”, una di queste è la lettera tet, da cui prende origine la lettera greca teta, e il cui simbolo era lo scudo, con il significato di protezione, luogo protetto, preservare, resistenza, salvaguardia, tetto. Tet indica anche la pelle del serpente con cui si ricopriva lo scudo. Niente male.

È sempre una T che ormai ci può salvare (ma non solo lei, sia chiaro) per trasformare la temibile parola VIRALE collegata al Coronavirus, nella più lieta parola VITALE.