Con un bell’11% di crescita, il mercato dei prodotti biologici sta guadagnando quote anche in Italia, tradizionalmente indietro in confronto agli altri paesi europei: 3% rispetto al 20%. Poco favorita dai prezzi ancora piuttosto alti, l’evoluzione è però spinta da nuove tendenze sociologiche, di maggiore consapevolezza e sensibilità all’ambiente.
L’offerta bio è in continuo aggiornamento, ed entrare in un negozio di prodotti biologici è un’esperienza stimolante: tantissime marche e colori, e forte specializzazione. Anche a livello di naming c’è grande varietà, e si ritrovano le logiche del mercato tradizionale, con una discreta attenzione al marketing e alla comunicazione che passa anche attraverso il brand name. Non stupisce quindi trovare un elenco di nomi che contengono il bisillabo bio dal greco bios, “vita”, o la particella eco, da oikos “casa, abitazione”. Eccone alcuni: Verde & Bio, Buon Bio, Bio Inside, Bio Smile, Ecor …
Molto frequenti sono i nomi composti, Naturattiva (natura + attiva), Mensana (mens/mente + sana) … ed anche le espressioni come “La finestra sul cielo”, “Baule Volante”, “Compagnia dei Biogustai”, piuttosto lunghe, ma non per questo bistrattate. Ci sono poi i brand name patronimici e i riferimenti topografici alla campagna e alla vita rurale come “Spighe & Spighe”, “Cascina Orsini”. Meno frequenti invece i nomi inventati, quei nomi cioè che non fanno affidamento sul valore semantico, ma che ripongono il loro valore attrattivo sugli aspetti fonetici e sul ritmo, creato dalla combinazione di suoni dolci o forti, di consonanti dure, vibranti o più soavi.
Prepariamoci allora a nuovi nomi e nuove soluzioni, e auguriamo lunga vita e buona salute a questo comparto.