Il mondo del naming si sta animando sempre più per fare fronte alla crescente difficoltà di trovare domini .com liberi, una volta individuata la strada giusta per il nome. La necessità di avere il .com disponibile diventa un grande limite per la scelta del nome, fino al punto che viene preferito un nome mediocre .com ad un nome più potente ma non disponibile come .com.
Il progresso ci aiuta (noi namers ed anche i nostri clienti): considerando che negli ultimi 700 giorni sono stati approvati e sono quindi disponibili più di 500 nuove estensioni tra quelle geografiche, merceologiche, di categoria … la scelta si amplia e la dittatura del .com si indebolisce.
E per far del vizio una virtù, nelle più significative discussioni sul tema si sottolinea come una nuova estensione possa addirittura giovare al nome, se ben scelta.
Ben scelta vuol dire se si sposa con il nome stesso (es. le estensioni con un doppio senso come .me .io .it .ly .tv ….) se conclude una frase costruendo un senso oppure se, cosa più utile e meno modaiola, descrive in modo preciso il business e funziona un po’ come un descriptor. In quest’ultimo caso anziché includere nel nome alla sinistra del punto un termine descrittivo per rendere unico il dominio, si mette il descrittivo a destra del punto (.movie .design .school …), raccogliendo i leggendari due piccioni: mi assicuro un dominio e do informazioni immediate sul mio business.
Qui c’è un lungo articolo scritto da Christopher Hofman Laursen del European Domanin Center che raccoglie i pareri di molti specialisti internazionali di naming sul vantaggio offerto dai nuovi TLD; verso la fine aggiungo anche io qualche riflessione circa l’opportunità di essere tra i primi ad usare i nuovi TDL descrittivi, per assicurare al proprio brand uno status di ufficialità.