Marzo 1985: il primo dominio.com viene registrato, si tratta di symbolics.com. Nasce un po’ in sordina questa pratica di avere uno spazio di visibilità su internet, ma la stessa internet e il world wide web nascevano in sordina e con scopi differenti da quelli commerciali e divulgativi. Le prime reti locali erano infatti legate al mondo della ricerca e delle università e ai sistemi di difesa. Anche i .com erano originariamente amministrati dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America mentre oggi sono gestiti da Verisign (attraverso vari registrar che fanno capo ad ICANN) e ricadono sotto la giurisdizione statunitense.
La diffusione dei .com e dei nomi di dominio fu molto lenta: nel 1985 furono registrati solo 6 nuovi .com. Apple registrò il proprio nome.com nel 1987 e Microsoft nel 1991, e bisogna aspettare il 1997 per arrivare al primo milione di domini registrati, grazie alla crescita del web, agli accessi più veloci e alla ricerca tecnologica che ha reso disponibili pc e devices sempre più efficienti. Evolve anche il .com che inizialmente era riservato alle aziende commerciali. Dalla metà degli anni 90 il vincolo decade e tutti possono registrare un dominio.com tanto che oggi è diventato quasi impossibile trovare un nome interessante, ricco di evocazioni positive, pronunciabile e comprensibile in tanti paesi e culture, che abbia il .com disponibile. La diatriba tra chi sostiene che avere il .com sia fondamentale per una azienda/servizio, e chi invece ne minimizza l’importanza è accesa. Da parte mia sostengo che non è così fondamentale avere il .com per radicare la propria posizione. Il punto di partenza del messaggio è il nome dell’azienda, quindi quello che sta a sinistra del .com, non quello che sta a destra.
Per aiutare le aziende nel 2013 sono state approvate nuove estensioni (general Top Level Domain) e si stanno infittendo anche i domini con estensione geografica (stati e città), insieme agli IDN (Internationalized Domain Names) che consentono l’uso dei caratteri locali come il cirillico, il cinese, l’arabo.