KINDER BUENO_NAMINGDa qualche giorno on air la campagna per Ferrero Kinder Bueno “Buono da diventar cattivi” che gioca con la somiglianza delle parole buono e Bueno e con la contrapposizione dei concetti buono e cattivo, angioletto e diavoletto. Tanti i filoni, i soggetti e i contenuti editoriali: i colleghi, le Iene, i giochi social, i provini, le facce buone/cattive, la viralità, i personaggi buoni come il pesciolino e il nano di Biancaneve che possono diventare rispettivamente uno squalo, un pugilatore.

Il tema è: se a me amante del Bueno fate qualcosa che mi allontana dall’amato Bueno, ecco che cambio natura e divento cattivo. Kinder racconta così una storia intorno al concetto di buono “morale” e comportamentale (non sensoriale!), correlandolo con il brand name Bueno.

Il gioco verbale è piacevole e crea un’esperienza forte della marca attraverso il suo nome. Si rischia il tormentone, ed anche in questo caso è il nome a protarlo in giro appoggiandosi ad immagini e visual efficaci. E’ un bell’esempio di un nome di prodotto che entra in una dialettica profittevole con la comunicazione, la quale forza un po’ i valori della marca. Vediamo che cosa porterà a Kinder in termini di memorabilità, apprezzamento e vendite, obiettivo finale e concreto.