UN’IDEA VINCENTE E CONVINCENTE

È on air la campagna pubblicitaria di Babaco, il servizio di consegna a domicilio di frutta e verdura diversamente bella, ma amabilmente unica. Tutto fa pensare che la scommessa di questo delivery lanciato a maggio 2020 in piena pandemia, sia vincente. In un articolo su Millionaire si legge che i giovani fondatori di Babaco si sono ispirati a servizi analoghi presenti già da anni sul mercato statunitense e UK. I loro nomi sono inconfondibili: Imperfect Food, OddBox, Misfits Market, e il successo per tutti è stato immediato.

Stessa cosa per Babaco, che con il suo nome ben più simpatico è partito schiscio a Milano, si è sparso nella provincia, poi Varese, Lecco e ora copre le grandi città lombarde, piemontesi, emiliane, venete. E punta all’estero.

BacacoBox

Il servizio si concretizza nella BabacoBox, una scatola di frutta e verdura scartata dai canali ufficiali della vendita perché con difetti estetici, nella forma, nelle dimensioni o semplicemente in eccesso di produzione. Il claim che accompagna il nome è “Fuori dall’ordinario per natura” o “Naturalmente fuori dall’ordinario”. Il concetto è chiaro: frutta e verdura che andrebbe al macero, viene rimessa in circolo tramite un servizio intermediario tra i produttori e i clienti che non danno grande importanza all’aspetto, e si affidano a Babaco nella scelta dei fornitori (italiani!), nel controllo della qualità dei prodotti e nella consegna su abbonamento. La pandemia e il conseguente lockdown hanno favorito i servizi di delivery. Babaco dalla sua mostra una grande attenzione alla sostenibilità in tante forme: anti spreco alimentare, riduzione al minimo degli imballaggi inquinanti, consegna urbana su bici cargo o auto elettriche, focalizzazione sulle produzioni stagionali. E prezzi adeguati anche se non bassissimi, per rispetto dei produttori che hanno messo lo stesso impegno sulla carota bella e su quella meno bella.

 

BACO BABACO BACATO

Dunque, il nome. Quando ho visto il nome e ho capito il concetto ho pensato: il baco! E subito il motto “pure ‘o scarrafone è bello a mamma sua”. E quindi ho immaginato la scelta del nome Babaco come un modo giocoso per portare l’accento sul baco: una creativa lallazione sul sostantivo. Il baco a cui ho pensato subito è stato il problema, l’ammaccatura della mela bacata. Quindi un inconveniente, un intoppo; non proprio una fregatura ma il motivo per cui una cosa non funziona.

La mela bacata fa anche pensare al verme, che prima di noi si è goduto il frutto. Ed in effetti il baco da dizionario (Garzanti) è un “nome generico dato a ogni tipo di bruco parassita della frutta e ai vermi parassiti intestinali | stadio larvale degli insetti lepidotteri, caratterizzati da metamorfosi; bruco | difetto nascosto, magagna | tarlo, rodimento interiore: il baco della gelosia”. Tante cose, e tutte non proprio augurabili. Ma nella sequenza di suoni ba-ba-co, il rimando diventa simpatico, allegro, leggero. Ed anzi, porta proprio l’attenzione sul concetto di base: mica lo nascondo, qui c’è un baco, una magagna, un accidente, anzi ne faccio una virtù.

 

EPPURE ESISTE

Si può immaginare la mia sorpresa quando dribblo la prima frase della mission sul sito di Babaco pensando sia una presa in giro: “Il Babaco è un frutto dalla forma a stella. A prima vista potresti scambiarlo per un peperone ma se lo assaggi sa un po’ di ananas e un po’ di fragola. Un vero e proprio frutto fuori dall’ordinario per natura”. Rido e penso ad una creatura mitologica metà cavallo e metà fanciulla. Poi scopro in rete che il bàbaco esiste veramente, ha l’accento sulla prima [A] e un aspetto molto deciso: giallo, sodo, esotico. È un frutto simile alla papaya, proviene dall’Ecuador, ed è ricco di proprietà benefiche. Vitamina C, Vitamina A, potassio, contrasta l’invecchiamento delle cellule e mantiene la pelle elastica, stimola la produzione di collagene e il sistema cardiovascolare, e come se non bastasse, ha un contenuto calorico bassissimo.

Bacaco frutto, da Stuzzicante.it

L’accostamento al frutto è virtuoso e geniale, anche se il nome dal suono buffo distrae e fa pensare ad un gioco di parole su baco/frutta “sfortunata”. In realtà la fortuna gira su tutti i protagonisti. Sui produttori che ricavano proventi da risorse considerate originariamente problemi; sui clienti che approfittano di prodotti di qualità, anche presidi Slow Food e produzioni regionali a prezzi accessibili; sul pianeta, felice per la riduzione di sprechi alimentari e di energia da smaltimento di eccessi; sui prodotti stessi rivalutati dopo essere ritenuti non idonei perché non rispondenti a canoni estetici, e quindi “esclusi dai concorsi di bellezza”.

E in più complice una certa ingenuità botanica, il nome Babaco evoca la bellezza spensierata dell’infanzia, dove il babau viene smascherato da Alibaba che insieme al macaco gioca con l’àbaco.

Le immagino sono prese dal sito e dai canali social del brand. L’immagine del babaco frutto è presa da Stuzzicante.it