È piacevole in questi giorni assistere sui media all’incontro di due acronimi arguti; in realtà sono ben più che acronimi, questi ultimi spesso confusi con le sigle.

SIGLE ACRONIMI E ACROSTICI

In una ipotetica scala qualitativa, dal mio punto di vista le sigle sono al primo livello: basiche, una successione spesso casuale di lettere, ciascuna delle quali rimane nella sua individualità, che obbliga a compitarle separatamente una per una. Salendo di livello troviamo gli acronimi, che sono anche definiti “sigle pronunciabili”: le lettere sono in successione ma non è necessario fare lo spelling perché l’acronimo si legge continuativamente come fosse una parola. Il posto in cima alla scala è riservato agli acrostici, perché sono vere e proprie parole che hanno un senso, le cui lettere o sillabe sono iniziali di altre parole. L’acrostico mette insieme le caratteristiche delle due “specie” precedenti (sigla e acronimo), aggiungendo una valenza semantica molto forte. Un esempio che per semplicità traggo da Wikipedia: BMW è una sigla ed infatti siamo costretti a pronunciare ogni lettera individualmente bi-emme-vu; ONU è un acronimo che leggiamo appunto ònu, mentre Isola è un acrostico, in quanto parola dotata di un suo proprio significato e in più ognuna delle cinque lettere è iniziale di una parola: Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigianale. Tecnicamente l’acrostico è nato con altre finalità, estetiche ed anche mistiche, ma oggi si sta diffondendo per la ricchezza di sensi che può tenere insieme.

LETTERE E SILLABE

Ci sono poi gli acronimi composti da sillabe mischiate a lettere, o da sole sillabe: sempre attingendo dalla voce Wikipedia, Radar unisce le iniziali di RAdio Detection And Ranging, Conad proviene da COnsorzio NAzionale Dettaglianti. Il naming museale sfrutta molto le alchimie di acronimi e acrostici, e come per la scala vista inizialmente, sembra ci sia più gusto a passare dalle semplici sigle agli acronimi come MIC (Museo del Cinema), MUDEC (Museo delle Culture), e ancora più su agli acrostici come MADRE (Museo Arte Donna Regina).

VENEZIA TORINO E MILANO

I due simpatici acronimi di cui si legge in questa fine estate sono in realtà acrostici: Vento e Mito. Hanno la particolarità di unire le prime sillabe di nomi di città: VEnezia incontra TOrino e insieme danno vita a Vento, e lo stesso succede a MIlano e TOrino che si incontrano da vari anni in MiTo SettembreMusica, una fortunata rassegna di musica classica che ha sede nelle due città anticipate (accennate?) nel nome Mito.

MITO SETTEMBRE MUSICA

Venezia e Torino si incontreranno (speriamo) tra qualche anno grazie alla ciclabile Vento, che si appresta ad essere la più lunga pista ciclabile italiana (680 km), e seguirà il corso del fiume Po. Per ora Vento è solo un progetto, nato nel 2010 al Politecnico di Milano e in cerca di una spinta per trovare attuazione e mettere in linea le quattro regioni coinvolte. Negli anni ha dato vita a tour ciclistici, studi di fattibilità, tracciati, bandi, gare, tavoli di discussione e riconoscimenti vari; ora però bisogna darsi da fare per poter finalmente pedalare ininterrottamente lungo le sponde del Po.

PERCORSO VENTO CICLABILE

IL NOME PO

Il nome Po deriva dal latino padus (di etimo incerto) trasformato poi in pa(d)o e quindi Po. Potrebbe avere somiglianza con bodincus / bodinkos (di origine indoeuropea con radice bbedh “profondo, scavare”) altro nome attestato per il fiume (Diz. di Onomastica UTET). Si è anche fatta strada l’ipotesi (Diz. Geografico don Antonio Rudoni) che l’origine dell’idronimo Po sia da cercare nel celtico o veneto padi che indica i pini che crescevano lungo le rive del fiume. La vicinanza con l’aggettivo padano è intuibile per entrambe le ipotesi. Controversa anche l’origine del toponino Padova: padus (come per il Po) o l’indoeuropeo pat- “esteso, aperto”.

RISVOLTI FAVOREVOLI?

Se poi consideriamo che Po è la sillaba iniziale di Politecnico, allora forse questa contaminazione linguistica conferma una familiarità naturale tra gli ideatori e il fiume, che potrebbe favorire la realizzazione della ciclovia … Lo speriamo!