Ieri sera allo spazio Base di Milano c’è stata la festa per i 45 anni dell’Associazioni Autori di Immagini, nominata con la sigla AI. Non sfugge a nessuno oramai che la magica combinazione delle lettere A ed I porta in altri territori rispetto alle immagini, alle illustrazioni, ai fumetti, alla grafica animata, al visual design ovvero i campi in cui i soci operano. E non può sfuggire che l’associazione AI ha tanti anni di esistenza in più rispetto alla molto discussa intelligenza artificiale, che in Italia viene abbreviata sia con IA, sia invertendo l’ordine per seguire l’inglese artifical intelligence, anche se la sigla AI viene letta più frequentemente all’italiana.
DUE ENTITÀ MOLTO DIFFERENTI
Benché solo questi ultimi siano i veri anni dell’Intelligenza Artificiale, la sua notorietà è incommensurabile rispetto a quella dell’Associazione AI, arci nota agli addetti lavori, ai soci, a chi disegna e crea immagini, ma sconosciuta ai più. C’è anche da aggiungere che quello dell’associazione AI è un brand che ha un marchio registrato sia nella forma di sigla sia nella forma espressa, uno statuto, una commissione etc. Mentre per l’intelligenza artificiale AI è l’abbreviazione inglese di una formula descrittiva e generica di una tecnologia, che si è incarnata in brand che hanno assunto nomi diversi, più e meno originali.
Ma c’è poco da discutere, AI Artificial Intelligence è il gigante e l’Associazione AI può solo agire di conseguenza. Certamente non cambiando la sua denominazione che si porta dentro 45 anni di storia e che segue le regole di denominazione del campo associativo: sigle, acronimi, quando va bene acrostici (sigle che sono parole di senso). Può giocare su questa ingombrante coesistenza, come fa ad esempio con claim e slogan tipo “L’unica AI che ti serve realmente”; può fregarsene. Tanto più che l’intelligenza artificiale non può riuscire così simpatica agli autori di immagini, visto come sta minacciando (anche) il loro settore.
Ed allora ben venga la festa per i gloriosi 45 anni dell’Associazione AI, con la mostra di lavori, documenti d’archivio, annual, riviste, pubblicazioni e opere dei soci. E poi ospiti, talk, musica, drink, balli.
UN’EVOLUZIONE INTRINSECA
Un manifesto raccoglie i loghi che si sono succeduti negli anni dando anche evidenza ad un evento significativo per chi si occupa di nomi e naming: la sigla AI è rimasta tale nella forma, ma a suo modo è evoluta. Fino ad un certo momento ha rappresentato Associazione Illustratori, dal 2013 è passata ad individuare gli Autori di Immagini. Stesse lettere iniziali A ed I, stessa sequenza, ma con parole e sensi nuovi. La consapevolezza che il termine “illustratori” fosse limitante ad una categoria molto precisa, ha portato i soci a modificare il messaggio aprendo al tema “immagine” e al concetto di “autore”. I professionisti delle immagini sono autori, ovvero “creano un’opera dell’ingegno di carattere creativo in base alla legge n. 633 del 22 Aprile 1941 sul Diritto d’Autore”.
La nuova dicitura spinge fuori dalla sigla la parola “associazione”, e libera la lettera A che accoglie così un nuovo importante valore. La sequenza AI guadagna autorevolezza (!), ampiezza, libertà ed esce dai confini della sola illustrazione. Nel mondo anglosassone questo limite è meno sentito dal momento che illustrator identifica anche chi lavora con le animazioni, il fumetto, la grafica.
Con questo cambiamento si è trasformato in modo naturale il nome di dominio www.autoridimmagini.it ed anche il logo, che oggi sfoggia una nuovissima versione con i colori rosso blu e giallo, che danno vita ad un linguaggio molto piacevole.
Un saluto ai soci e agli amici dell’Associazione AI, tutti volontari, appassionati del loro lavoro e coinvolti nelle vicende, nei successi, nelle sfide che l’associazione porta avanti per supportare e tutelare un lavoro artistico.
Le immagini sono prese dal sito e dai canali social dell’Associazione AI, o sono foto dell’autrice