Non ho una spiccata simpatia per il nome Cuorcake; sarà il mix di italiano e inglese, una combinazione che funziona raramente; sarà la vicinanza fonetica a cupcake, per il quale ho invece una chiara antipatia; sarà l’abitudine a vedere Mulino Bianco in un territorio linguistico tutto italiano.

Però questo nome non mi convince molto. Dalla sua parte ha certamente il rimando a Mooncake, il dolcetto Pan di Stelle al cioccolato, che già da un po’ naviga in territori linguistici nuovi. Ed in effetti Cuorcake è il fratello chiaro di Mooncake: stessa forma, stessa consistenza, stesso concetto di dolcetto morbido di pan di spagna con un ripieno cremoso. Quindi il binario nominale è giustificato: una struttura di nome che combina due parole, e la seconda è cake. La prima parole moon di Mooncake ha un legame evocativo con il mondo “stellare” di Pan di Stelle; cuor di Cuorcake si collega al decoro del cuore e forse al cuore cremoso di questa tipologia di dolcetto.

Ma penso anche un’altra cosa: il cuore di limone, e in particolare di limoni italiani, è la caratteristica di Cuorcake. Le uova di galline allevate a terra, il morbido pan di spagna, l’assenza di olio di palma, sono attributi molto positivi, che già ci aspettiamo dal brand Mulino Bianco. E quindi tornando al limone, poteva essere proprio il limone il fulcro del nome, e il dolcetto avrebbe potuto avere un nome “al limone”, giocandosi in modo diverso la fratellanza con MoonCake (dal momento che lemoncake fa pensare ad un altra tipologia di dolce).

La scelta del nome Cuorcake dà invece rilevanza a “cuor”, un tema molto sfruttato nell’ambito dei biscotti e delle merende, sia nel naming che visivamente nelle forme. Anche solo rimanendo nella gamma Mulino Bianco in Italia troviamo i biscotti Cuor di Mela e Batticuori.

Queste considerazioni mi fanno pensare che forse c’è un programma di nuovi lanci con altri gusti e creme per questo morbido dolcetto, e quindi il riferimento a limone nel nome sarebbe stato limitante. Chissà, sono tutte congetture.

Un altro aspetto forte di questi dolcetti è la cottura in forno a vapore, responsabile della notevole morbidezza e leggerezza, e del minore impiego di grassi. Questo sì che è un vantaggio innovativo forte e meriterebbe una maggiore evidenza, perché no, anche attraverso il naming. Sarebbe una bella sfida!