Il vermut è un vino liquoroso bianco o rosso di gradazione alcolica non inferiore al 16%, aromatizzato con erbe, piante e droghe.

La grafia più comune è vermut, ma nel passato si usava anche la forma vermutte oppure quella francesizzata vermout o vermouth. All’origina c’è il termine tedesco wermuth che significa “assenzio” e che rimanda alla pianta aromatica più usata per il vermut, l’artemisia absinthium.

Wikipedia fa un elenco molto accurato e ricco delle erbe aromatiche: tra queste la coca, l’issopo, la maggiorana, la melissa, il timo, la salvia; ma anche i fiori di camomilla, di luppolo, di sambuco, di zafferano … i frutti di anice stellato, di finocchio, di coriandolo, di cardamomo; le radici di angelica, di calamo aromatico, di genziana … per arrivare persino al succo di aloe.

Vermut sembra una parola antica e ormai desueta che molti di noi ricollegano ai manifesti pubblicitari degli anni 60, se non addirittura a qualche Carosello; in realtà vari cocktail di oggi possono contenere del vermut, e per scoprire quali vi invito a curiosare nei prossimi post.

Aggiungo un dato storico, sempre fornito da Wikipedia: sembra che il vermut sia stato inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano a Torino, che fu proprio il creatore del nome in quanto semplificò il termine tedesco wermut. Il vermut Carpano è oggi noto a livello mondiale, ed è ora di proprietà di Branca.