Nasce un nuovo brand all’interno del gruppo Danone, ma con la vocazione di guardare all’esterno.

Lo dichiara lo stesso nome I Danone dal Mondo: una formula che è semplice nel messaggio ma complessa nella struttura. Si tratta infatti di una frase fatta di soggetto e complemento, con verbo sott’inteso (I Danone che vengono dal, che arrivano dal mondo). È l’articolo plurale maschile ” I ” a complicare le cose, dal momento che Danone da noi in Italia è usato al singolare e in generale è inteso come femminile “la Danone”, o si avvicina al plurale in alcune formule “gli yogurt Danone …”, “i prodotti Danone”. In più c’è la preposizione “ dal ” in allitterazione con Danone che può dare armonia, ma può far anche inceppare la pronuncia del lungo nome.

Ad ogni modo il concetto è chiaro e riflette il senso e il valore della nuova marca: I prodotti Danone che vengono dal mondo. Le proposte della nuova linea (per ora sono 4) si ispirano infatti alle tradizioni di culture specifiche, alcune piuttosto esotiche e poco presenti nell’immaginario collettivo: islandese, libanese, indiana e greca. Di ciascuna il brand propone un prodotto caseario affine allo yogurt o al latte , impiegato da secoli. E di ciascun prodotto viene valorizzato il valore nutritivo, proteico, rinfrescante e benefico, e viene proposto un rimando alla tradizione di origine e alle abitudini sedimentate in quella cultura.

  • Dall’Islanda viene skyr nome generico che indica un formaggio fresco portato in quella terra più di un millennio fa dai vichinghi
  • Dal Libano arriva laban che in aramaico significa “bianco” e ancor oggi in arabo ha il significato di “latte”. Viene impiegato per preparare vari piatti con cereali o cetriolo, insalate e altro
  • Dalla tradizione indiana Danone ha preso lassi, una bevande rinfrescante a base di latte e acqua, che in India è più diffusa nella versione salata
  • E infine straggisto: un termine greco terribile per le orecchie italiane e per le pronunce occidentali, che indica lo yogurt colato, filtrato e piuttosto denso, e che arriva appunto dalla Grecia

La strategia commerciale di Danone che crea e lancia una nuova linea coerente con la sua storia “casearia”, è forte e intercetta un trend vibrante nella geografia occidentale, che corre dietro al nuovo, alle culture esotiche, a prodotti salutistici e genuini.

Legare un prodotto ad un’origine rinforza il senso di autenticità e semplicità. E questo legame e passaggio di valore è ulteriormente consolidato dalla strategia di naming: ogni prodotto conserva il nome comune originario, senza sforzi creativi o costruzioni linguistiche ad hoc. I prodotti sono presentati con il nome generico, a volte preceduto dall’articolo determinativo: il lassi, il laban. Nulla di più se non schiettezza e immediatezza. Chi già conosce il prodotto perché ha viaggiato o frequenta quelle culture ritrova un aggancio, chi non lo conosce è guidato da Danone alla scoperta di un prodotto e un’abitudine “nuova”. Il nome della famiglia è anch’esso semplice nella connotazione e nella denotazione; l’unica scossa (ma leggera) è data dall’articolo davanti al nome proprio “I Danone”, che personalizza, distingue, crea famiglia ed unione.

Per noi italiani l’effetto di alcuni nomi della linea non è proprio gradevole ma ce ne faremo una ragione:  bere un lassi al giorno o usare lo straggisto per fare lo tzaziki non è proprio musica per le orecchie, ma ha un senso. In Francia l’operazione di naming è analoga: la linea si chiama Les Danone du Monde e i prodotti, che sono 5, hanno il nome generico tratto dalla lingua d’origine.

Qui un video che presenta i 4 prodotti sotto la guida di Dani, un personaggio animato creato apposta per viaggiare insieme a noi e alle nuove proposte.