SUPERGAContinua la carrellata sui nomi di alcuni marchi storici Made in Italy che hanno attraversato e colorato la nostra giovinezza.

Ecco comparire “ufficialmente” Superga: è il 26 giugno 1944, anche se il protocollo dell’ufficio preposto U.C.B. risale al 23 settembre 1946. Ma la storia comincia molto prima, da un lato perché Superga come nome viene anticipato dall’uso popolare ben prima di diventare marchio, essere registrato e comunicato. Dall’altro perché l’azienda nacque nel 1911 con il nome del suo proprietario: la Walter Martiny Industria Gomme. Martiny importò in Italia la tecnologia della gomma vulcanizzata, inventata in America alla fine dell’Ottocento da Charles Goodyear. Costui aveva scoperto come rendere la gomma più resistente, aggiungendo al lattice naturale piccole percentuali di zolfo, e trattandolo termicamente in forno.

LA GOMMA VULCANIZZATA E LE PRIME SNEAKERS AL MONDO CON SUOLA IN GOMMA

L’azienda di Martiny comincia a produrre pneumatici, oggetti e soprattutto calzature e stivali in gomma per l’agricoltura e la pesca: siamo in Piemonte, terra di risaie e di lavoro in acqua, e poter disporre di calzature impermeabili, resistenti agli agenti atmosferici e alle sollecitazioni meccaniche, salva centinaia di operai e mondine da infezioni letali. Sembra poi che per favorire la moglie tennista, Martiny inventò di sana pianta (appunto!) le prime scarpe sportive al mondo con suola in gomma naturale vulcanizzata. Ai tempi per giocare a tennis si usavano scarpe in tela con suola di corda: Martiny crea un calco esatto della suola di corda, e la riproduce in gomma naturale. Proprio dalle irregolarità della corda nasce la suola a buccia d’arancia, così granulosa e caratteristica, la stessa che ancora vediamo sotto le gloriose Superga, il modello 2750 nato nel 1925 e oggi ancora un mito.

L’azienda si espande e avendo sede ai piedi della collina di Superga, dove nel 1731 sorse la famosa basilica custode delle tombe della famiglia Savoia, la gente cominciò a riferirsi a Superga per dire la fabbrica, piuttosto che la dicitura Walter Martiny … . L’uso informale molto pratico, porta ad adottare la denominazione toponomastica rispetto a quella patronimica, e il nome Superga comincia a comparire su tutta la gamma dei prodotti in gomma.

IL NOME GEOGRAFICO O TOPONIMO

Relativamente all’origine del toponimo Superga o Soperga sono stati fatti vari studi, e la situazione è controversa: di certo c’è che si esclude l’origine latina da Super Terga Montium, “sul dosso dei monti”. Altra cosa certa è la presenza del termine teutonico perg / berg che indica il monte. Circa la prima parte del nome Su- o So- l’ipotesi più accreditata si riferisce ad un documento comunale del 1389 che cita il monte Sarobergia o Saropergia. Il termine è probabilmente riconducibile al nome del villaggio di Sarra, citato già in un documento del 1034, di origine celtica. I toponimi Sarra, Sarrum, Serra, Serrum, Sarrata, Sarratum, Sarrarium, Serrata, Serrarium, Serreria, nel latino volgare si usavano per indicare in tutta la penisola “colle, monte, picco, ciglione o comunque località collinose e montagnose”. Pertanto Sarrapergia originariamente significava “il monte della collina”. Da Sarrapergia si arriva a Saroperga, poi Saôperga, poi Sôperga e infine siccome “i Piemontesi pronunziano la “o” sempre colla “ou” provenzale, e così ne risultò che il primitivo Sarobergia divenne (…) So-perga e finalmente Superga.”

L’azienda Superga passò attraverso vicende più e meno fortunate. La crisi degli anni ’70 portò a concentrarsi sulle calzature sportive, e l’unione con Pirelli fece moltiplicare il numero di scarpe prodotte. Dal 2007 BasicNet è titolare del marchio Superga e ogni anno vengono “sfornate” 5.000 milioni di scarpe Superga, in 400 modelli.

Ringrazio Anna Sartorio e l’ufficio stampa di BasicNet (che si chiama appunto BasicPress) per la ricchezza di informazioni e aneddoti che rendono ancora più appassionanti le storie dei marchi che hanno reso grande l’Italia. Prendo appuntamento per un altro mito italiano legato a BasicNet: audace, provocatorio, irriverente. Chissà chi indovina …