Fa caldo e avere un gelato sottomano, fresco, confezionato, è già una bella cosa. Se poi anche il nome fa la sua parte allora il piacere è completo. È il caso delle ultime proposte Sammontana, azienda italiana di gelati “all’italiana”, fedele alla sua missione “italiana”, ma innovativa e originale nelle proposte. Comincio da NonMordere, un gelato su stecco che ha la particolarità di essere morbido anche nella copertura; grazie ad un procedimento speciale di sottrazione dell’acqua e raffreddamento in azoto anche nella parte esterna rimane un eccellente sapore di cioccolato e si evita la copertura croccante, che può non piacere. Il gelato pertanto non scrocchia e non si morde, e il nome dichiara proprio questo: NonMordere. Dal punto di vista del naming ci troviamo in un territorio audace e borderline, e sicuramente distintivo. Si parte da una negazione chiara, evidente, esibita, imperativa. Insomma, il gelato ti dà un ordine mentre gioca con te e con la tua golosità. Provoca, sobilla, attira e insieme porta la tua attenzione sulla morbidezza: per negazione, in modo indiretto. Il concetto di morbidezza poteva essere espresso in modi diversi, con una fonetica fluida e fusionale, senza tutte le R e i suoni duri contenuti in NonMordere e con una semantica più accogliente. Ma sarebbe stato semplice, convenzionale, già visto. La marca ha osato e con coerenza, simpatia, slancio comunicativo, successo e ritorni porta avanti il manifesto di NonMordere: advertising originale e memorabile, azioni di comunicazione azzeccate come la fornitura al calciatore della nazionale Giorgio Chiellini di una scorta di NonMordere per scongiurare il suo mordace avversario (la campagna #NonMordere Chiellini su FaceBook nel 2016 ha ottenuto 5 milioni di visualizzazioni).

Anche FruttiAmo è un verbo, ma in questo naming vedo più l’invito che l’imperativo: il gioco linguistico con –amo è fresco e leggero, piacevole e molto adatto al prodotto. Più forte la suggestione di Amando, il gelato al latte di mandorla, sostantivo che lascia la sua traccia nel nome A-mando, particolare già di per sé per il gerundio romantico, e lo diventa ancora di più quando si scopre il suo segreto. Il nome Amando è raffinato, selettivo, ammiccante al punto giusto. Proposto dall’agenzia Robilant & Associati ha subito fatto innamorare il team Sammontana, a differenza del nome NonMordere che è stata una scelta più tormentata e difficile, proprio per la stranezza del nome e il coraggio che richiedeva.

Mi piace molto anche il nome Dadaumpa, allegro, spiritoso, verace. Bisogna essere consapevoli di sé e del proprio potenziale per afferrare al volo un nome così simpatico, e così adatto ad un prodotto come il ghiacciolo. La ricercatezza dei gusti (chinotto, granatina, anice, cedro) dialoga con la natura vintage e un po’ retrò del nome Dadaumpa … ma ve le ricordate le gemelle Kessler mentre ballavano e cantavano sulla coreografia di Don Lurio?!

Due parole sul nome Levia per i gelati con il dolcificante naturale e ipocalorico Stevia: nome onesto, che suggerisce leggerezza, lievità e quindi molto in linea con la promessa di prodotto. La rima è godevole e facilitante. E chiudo con una carrellata sulle glorie di Sammontana: il Barattolino che per primo ha portato il gelato sfuso nelle nostre case, erano gli anni ‘50. Il cono Cinque Stelle che negli ultimi anni ha acquisito parentele un po’ ingombranti, suo malgrado. Prezzemolo, Sorbello, Lipperlì, Duetto, Intrigo, Yofrú. Brava Sammontana!