Proprio ieri un amico si chiedeva quale sarà il prossimo social, ora che TikTok ha perso la sua natura di social da adolescenti, Fb sta rovinando il suo smalto e Twitter cerca di sopravvivere alle varie polemiche nato con il passaggio alla gestione Elon Musk.

Ecco una possibilità: Threads. È stato appena presentato da Meta come una nuova piattaforma all’interno di Instagram, uno spazio dedicato ai testi. Threads vorrebbe essere il nuovo Twitter, un social di condivisione di testi (fino a 500 caratteri, ma anche video di 5 minuti) e conversazioni, collegato ad Instagram e presto ad altri social, non solo Meta.

 

UN NOME INGLESE RICCO DI SIGNIFICATI

Il nome Threads non stupisce i navigati del web perché è un termine usato dai primordi nel mondo online e delle chat. Anzi, si è affacciato proprio con i forum e con il web 2.0, ambito in cui identificava una discussione su uno specifico argomento. Un thread infatti raggruppa risposte e reazioni ad un post/argomento, ed è assimilabile ad un termine del linguaggio tecnico, come feed, topic, hashtag, tag. Threads si può quindi considerare un nome descrittivo e molto funzionale per parlare di un social che si occupa di testi e conversazioni. Altra cosa rispetto al verbo Twitter “cinguettare” o al sostantivo Mastodon, nomi molto coraggiosi, esclusivi, pittorici. Threads si pone più sulla linea di nomi come Messenger o Facebook, che indica lo strumento per riconoscere i visi dei compagni di scuola (motivo per cui è nato lustri fa).

A proposito di linea, conviene avvicinarci al significato del termine inglese thread, che non è proprio noto e accessibile ai più: thread significa filo, e da sempre è il filo per cucire, quello che si avvolge, si svolge, si intreccia. Con questo senso si è affermato come parola utile ad isolare il flusso e il procedere di una conversazione, l’intreccio di elementi e spezzoni, ma anche il filo di Arianna, il filo di una conversazione, il filo del discorso. E come spiega bene “Alesatore di Virgole” nel commento, la filettatura delle vite che favorisce l’incastro.

Il logo di Threads è un filo che disegna un segno digitale che ricorda la chiocciola @ e nei colori rimanda ad Instagram.

logo di Threads meta

A PROPOSITO DI FILI

Il nome Threads con il suo senso fa venire in mente il nome Fili, sviluppato dagli amici Carmi & Ubertis per un progetto di riqualificazione urbana ed extra urbana dedicato alla creazione di una grande arteria di mobilità sostenibile sull’asse Milano-Malpensa, voluto da FNM Group, con Regione Lombardia, FerrovieNord e Trenord. “Un progetto di ricucitura urbana e rigenerazione del territorio … [e il nome] Fili parla una lingua plurale, unione e intreccio di più singolarità, di luoghi prima separati e ora riconnessi, rivitalizzati”, si legge sul sito.

 

UNA BELLA COMFORT ZONE

Benché sia un termine inglese poco comune per un italiano che parla un inglese medio, benché si avvicini molto ad una parola forse più conosciuta nel Belpaese come threat che significa “minaccia”, Threads è una scelta di naming funzionale e rassicurante, a livello globale. È un nome che sfrutta una parola esistente con un significato netto e positivo. È un nome senza fronzoli e ricami, senza lettere strane, raddoppi, gruppi consonantici impronunciabili. Anche a livello semantico non si cimenta in voli pindarici, metafore, iperboli. Lo si può ritenere onesto, credibile, affidabile.

 

Puro e sicuro questo nome si avvia nella galassia del Web, accompagnando con discrezione il nuovo social che invece è al centro di critiche e dibattiti per la sua impostazione e fruibilità: identico a Twitter, troppo legato ad Instagram, e non ultimo l’esclusione dalla Comunità Europea. Il garante europeo è infatti in attesa di rassicurazioni sul rispetto delle direttive comunitarie per la protezione dei dati. E questo per ora obbliga a filare giri ampi per poter scaricare la app Threads.

Intanto la app batte il record di download mai raggiunto: oltre 100 milioni di utenti nei primi 3 giorni di vita, segnala SocialMediaToday il 10 luglio 2023.

THREADS DOWNLOAD

 

Le immagini sono prese dal sito IlSole24ore, e da SocialMediaToday.