La lettera K è diventata icona di un’eccellente realtà milanese che ruota intorno alla Kasa dei Libri e che nasce dalla mente e dal cuore di Andrea Kerbaker.
KI È ANDREA KERBAKER
Intellettuale, professore, studioso, scrittore, ha creato la Kasa dei Libri, uno spazio dove si sfogliano libri e si fa cultura con mostre, incontri, presentazioni. Nata con la C e come Casa dei Libri, grazie ad una intuizione familiare (sembra sia stata la moglie) ha guadagnato una K. Kerbaker racconta che si è sempre firmato K, rimanendo impigliato in questo segno che quando andava a scuola nessuno sapeva scrivere. Nella classe di suo figlio invece di cognomi con iniziale K ce ne erano quattro, segno dei tempi che cambiano. Il cognome Kerbaker di K ne ha ben 2, una introduttiva e una in chiusura, e vanta la ripetizione della radice ker e un nesso consonantico RB che rende sfidante la pronuncia, in primis al suo possessore dotato di una bella R rotata.
La radice iniziale Ker ha origini bretoni ed indica la casa, il villaggio, l’abitazione, mentre baker nelle lingue sassoni è “il fornaio”, colui che fa il pane. Da casa del fornaio ker-baker a casa dei libri il passo è stato breve, e in rispetto del detto Nomen Omen è nata questa casa, accogliente, intima e ricca, con un senso di ospitalità e un profumo di casa unico e spettacolare.
MOLTO PIÙ DI UNA BIBLIOTECA
Di libri ce ne sono 35.000, ma non è una biblioteca. È aperta a tutti, gratuita, generosa: non richiede una tessera associativa o un contributo, anzi, i contributi li offre la Kasa stessa ospitando iniziative, mostre, visite guidate, per tutte le età bambini inclusi.
Vietato annoiare è il motto, e quello che segue è una sorta di manifesto che esprime lo stile e il concetto di scambio culturale di questo miracolo a Milano.
Si avverte un bel senso di familiarità e calore mettendo piede nel condominio che ospita La Kasa dei Libri che si estende per tre appartamenti disposti su tre piani collegati tra loro. Può far pensare alla biblioteca descritta da Umberto Eco nel Nome della Rosa, ma non è così. Sembra invece di entrare in una casa privata dove tutto parla di libri: porte, tende, tavolini, lampade e lampadari originalissimi, quadri, mobili. Preziosi manifesti e tantissime K, regalo di amici lungo tutta la vita racconta Kerbaker.
I libri sono amati e venerati, esposti e toccabili da tutti, anzi, si diventa sospetti se non li si prende in mano dalle librerie, non li si sfoglia e annusa. Ci sono prime edizioni, libri con dediche dell’autore (quasi 8000), opere prime di scrittori italiani e stranieri, edizioni limitate, numerate e anche con preziose litografie, legature speciali e preziosi libri antichi acquistati da Kerbaker nei suoi vari viaggi.
LA K È CONTAGIOSA
I libri sono così tanti che la Kasa non è bastata più. Allora ad Angera è nato il Kapannone dei Libri, uno spazio enorme in forma di magazzino o appunto Kapannone, con scaffali in metallo e 400 metri quadrati di libri, aperto a tutti nei mesi caldi.
Oltre al Kapannone c’è il Kalendario e la Kollezione permanente con libri del 900, e chissà cos’altro rischia di essere trasformato “letteralmente” con una K. Le iniziative proposte dalla Kasa dei Libri e dal team che la anima sono tantissime, e I libri continuano ad arrivare come fondi, donazioni, acquisti. Le iniziative virtuose attraggono altre iniziative simili, e gli amanti dei libri hanno piacere ad alimentare una fucina così meravigliosa. Sul sito si trovano brevi video di Kerbaker, che con agilità e grande competenza introduce temi e autori mostrando angoli e approcci molto attraenti.
ALLE ORIGINI DEL SEGNO K
La lettera K è estranea all’alfabeto classico italiano fatto di 21 lettere, e deriva dell’alfabeto protosinaitico e semitico: la kaf o kaph. Individua il palmo della mano e all’origine era il di-segno geroglifico della mano con le cinque dita, che progressivamente si riduce nel numero di tratti e si semplifica. Rimangono tre soli tratti che subiscono modifiche, avvicinamenti e rotazioni, e con il passaggio all’alfabeto greco si ha un’inversione di senso che rende la K simile a quella che usiamo oggi. È particolare ritrovarla nel cognome di Andrea Kerbaker di origini torinesi, e come simbolo e struttura di un luogo, la Kasa dei Libri così bello e significativo.
Le immagini sono tratte dal sito e da Wikipedia.