Mi ha fatto molto ridere vedere un camion coperto dai due loghi e nomi Dakar e Terra&Vita, e scoprire che Dakar è una zuppa di verdure lanciata da poco sotto il brand Terra&Vita dell’azienda bergamasca BuonaTerra.
COSA C’ENTRA IL NOME DAKAR CON TUTTA QUESTA NATURALITÀ?
La distonia emerge selvaggia: un nome così estremo come Dakar si insedia nella pacifica valle verde di Terra&Vita. Si accomoda come un elefante sulla baseline del mother brand: “Natura bella e pronta” portando le sue dune e il caldo del deserto che facilmente si associano al nome Dakar.
Tutto si spiega, naturalmente. Dakar è una nuova proposta dell’azienda BuonaTerra, presentata questa primavera ed ispirata ad un evento che sta tutto dentro il suo nome. La Dakar cioè il leggendario rally Parigi-Dakar, a cui l’azienda ha partecipato come sponsor di un equipaggio, quello del truck Italtrans che si è piazzato settimo per la sua categoria. Guidato da amatori non professionisti ma non alle prime armi, ha ottenuto di sicuro un ottimo risultato. E per celebrare il successo Gian Nava, presidente della bergamasca BuonaTerra ha scelto il nome Dakar per il nuovo lancio.
Sulla superficie del camion delle consegne c’è tutta la storia di questo evento e lo storytelling di questo curioso naming: il brand, un testo che stuzzica l’immaginazione, il logo e nome Dakar con il prodotto confezionato. La combinazione del testo “Direttamente dal rally più duro del mondo nasce una nuova zuppa, ricca di gusto ed energia”, e del nome Dakar fa pensare ad un prodotto energetico, per i duri dei rally e della vita, i cowboys di una volta. In realtà è una zuppa molto tranquilla, con verdure fresche tagliate in grandi pezzi e insaporite da spezie particolari, come cumino, coriandolo, paprika. Sembra un bel mix, poco africano / senegalese, ma di buon gusto.
OGNI TANTO CI STA QUALCHE NOME FUORI DAL CORO
Sicuramente una scelta di diversificazione nell’immagine dell’azienda, tutta incentrata sulla terra, la genuinità, la natura autentica. Il nome Dakar in questo raggio potrebbe rimandare alle dune, alla sabbia del deserto, ma chiaramente non è questo il suo senso.
Dakar nasce dall’entusiasmo, come altri nomi di questa azienda; penso all’originale nome di insalate Móla Mia che grazie alla spiegazione intendo come “mica vuoi mollare!” con riferimenti a Covid, lockdown e situazione bergamasca in quei mesi terribili.
Dakar come ogni nome geografico deve rispettare regole e limitazioni particolari. Non è ancora deciso se Dakar si esprimerà solo su questa proposta special edition o se sarà la prima referenza di una linea esotica del brand. Mi ha però ricordato un’altro nome molto tendenzioso per un brand tranquillo e solare come Aia: il nome è quello delle salsicce Dakota, e ne ho parlato qui tanti anni fa.
Al link del brand Terra&Vita si possono approfondire i valori di questa azienda bergamasca, nata nel 2001 e molto attiva nel mettere la tecnologia al servizio della produzione agricola. Serre automatizzate ed anche serre verticali, ambienti protetti, regolazione di tutti i parametri grazie ad un Farm Server, attenzione alle risorse idriche e al consumo del suolo, utilizzo di packaging totalmente riciclabili, sono alcuni degli attributi che punteggiano la mission di un’azienda seria, che sta realizzando una nuova cultura agricola. Il nome Zero Pesticidi, nudo e crudo può dare un’idea netta di come si stanno muovendo.
IN LINGUA WOLOF
Stimolata dal nome Dakar ho cercato l’origine di questo toponimo. Per romanticismo e per dare un vantaggio alla naturalità espressa dall’azienda e dal brand Terra&Vita, sposo la possibilità che derivi dalla parola di lingua wolof Dakhar che indica l’albero di Tamarindo. Sembra che la zona del Senegal in cui è nato l’insediamento poi divenuto Dakar, fosse coperta da questi alberi maestosi. Per altre ipotesi etimologiche forse anche più realistiche rimando a questo sito.
L’immagine principale è tratta da ItaliaFruit; L’immagine dell’equipaggio è tratta dall’articolo su FruitBookMagazine. Le altre immagini sono tratte dal sito del brand o sono foto dell’autrice.