Finora ho visto 3 soggetti, ma è un tema declinabile all’infinito e me ne aspetto altri, altrettanto simpatici e intriganti. Il nome del servizio di ATM di bike sharing BikeMi dà il la, e la lingua inglese replica. E così fioriscono espressioni che ricalcano la struttura Bike+Mi, in una simmetria goliardica dove verbi e aggettivi che diventano verbi, si accoppiano con il pronome you. Nasce una specie di botta e risposta: se bikemi, allora free you, fast you, green you.
BikeMi è un nome di brand di per sé già interessante, che copula (!) con la sillaba Mi. Questa sillaba identifica la città di Milano ma forza anche la particella inglese me, di cui circuisce la forma e rapisce la pronuncia. Mi cioè me, ma anche Milano. Bike è sia il sostantivo “bicicletta” che il verbo “andare in bici, biciclettare, pedalare con la bici”. La costruzione BikeMi rende transitivo il verbo e si può tradurre forzatamente con “bibiclettami” oltre che con “andare in bici per Milano”.
Nella campagna di BikeMi on air in questi giorni a Milano, Bike si tira dietro altri concetti come green, fast, free a cui assegna lo status di verbo, e li fa seguire dal pronome you. E allora nascono Green You, Fast You, Free You. Per un gemellaggio ancora più audace con BikeMi si sarebbe potuto osare trasformare You in Yu, giusto per simpatia, ed avere Green Yu, Fast Yu etc. E magari si poteva anche cucire questo Yu al primo termine, solo per giocare anche nel claim con l’alterazione del pronome, come avvenuto con il nome BikeMi ed avere così FreeYu, FastYu, GreenYu. Ma ricordiamo che una cosa è il claim, figlio di una campagna, che quindi passa, sta e poi se ne va, e una cosa è il nome, che resta resta resta, per sempre.
Trovo questa comunicazione fresca, giocosa e ideale per riprendere confidenza con la città, dopo la pausa estiva.
Le foto sono dell’autrice.