In questi giorni i concetti di naming e di naming rights stanno avendo un grande momento. Grazie al calcio e in particolare ad uno stadio, tecnici tifosi milanesi addetti ai lavori e non addetti, provano la sensazione del naming e di quanto sia importante un nome.

 

IL NUOVO NOME PER LO STADIO MEAZZA

La questione è quale sarà il nuovo nome dello stadio Meazza, forse più noto come stadio San Siro. Da pochi giorni infatti lo stadio di Milano è passato di mano: dal comune di Milano alla società compartecipata da Inter e Milan che si chiama Stadio San Siro spa, che da ora si occuperà della sua gestione immobiliare.

E subito scatta l’opportunità di abbandonare il nome Meazza e dare un nuovo nome allo stadio. E ci si chiede perché il Comune di Milano non lo abbia fatto prima considerando il valore di questa operazione di naming rights.

 

UNA RICERCA DI NAMING MOLTO PARTICOLARE

In realtà non si tratta di inventare o individuare un nuovo nome, e in questa operazione di naming non c’è nulla di veramente creativo e originale. Il nome che avrà lo stadio sarà quello del brand che sarà disposto a pagare per vedere il suo nome come insegna e nome del nuovo stadio progettato dagli studi Foster+Partners e Manica.

In gioco per “affibbiare” il loro nome allo stadio ci sono brand noti e danarosi. L’obiettivo è usare il nuovo stadio come palcoscenico di se stessi, e sovrapporre e sperabilmente identificare lo stadio con il proprio nome. Sulla stampa si fanno gli esempi dell’Emirates Stadium dell’Arsenal o di Allianz Arena del Bayern. Il brand diventa il nome dello stadio / arena portando massima visibilità ed infinite citazioni ogni volta che si nomina lo stadio di Milano.

Il prezzo per accedere a questo trono è altissimo, anche perché lo stadio vedrà in campo due squadre cittadine di successo come Inter e Milan. E se usualmente il valore di un’operazione di naming rights o diritti di denominazione è 7-10 milioni di euro, per lo stadio di Milano sembra si aggiri tra i 25-30 milioni. Beninteso, a stagione.

Il nome che risuona per ora è quello di Generali, che non molto lontano dalla zona di San Siro fa mostra di sé nel bene e nel male con l’insegna crollata sul tetto del grattacielo omonimo.

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CHI ERA SAN SIRO

Lo stadio di San Siro, nato nel 1929 nella zona omonima per iniziativa del Milan, fu dedicato nel 1980 alla memoria del grande calciatore Giuseppe Meazza, campione mondiale negli anni 30. Se per i tecnici e i cronisti è lo stadio Meazza, per noi milanesi è più facilmente lo stadio San Siro. E chissà se il nome San Siro verrà soppiantato dal nome del brand che avrà la fortuna e pagherà una fortuna per sposarsi con il nuovo grande stadio.

San Siro è il santo il cui nome deriva dall’etnonimo latino Syrus o Syrius che indicava un “abitante della Siria” e veniva usato in epoca imperiale per schiavi e liberti e poi per i cristiani. Nella zona che si chiama San Siro ci sono parti dell’antica chiesa di San Siro alla Vepra, edificata prima del 1000 D.C. Sembra che Siro prima di diventare santo abbia incontrato Gesù e fosse il ragazzo che gli porse la cesta con i pani e i pesci moltiplicati. Successivamente raggiunse l’Italia insieme a San Pietro e fu inviato a catechizzare il Nord Italia, diventando figura celebrata soprattutto a Pavia.

 

CHI OFFRE DI PIÚ

L’operazione di assegnazione dei diritti di denominazione ha preso avvio in questi giorni. Bisognerà aspettare per sapere chi sarà il fortunato, quale sarà il logo che vedremo troneggiare sulla nuova struttura e quindi quale nome verrà usato.

Tutti si dovranno impegnare a usare quel nome, in modo che l’investimento milionario venga messo a frutto e nelle nostre teste sportive e non, quel nome intrecci il suo legame con il calcio milanese.

 

L’immagine è stata generata da AI.