Quest’anno (2018) Pam festeggia i 60 anni dalla nascita e il brand approfitta della favorevole occasione per raccontare la sua storia ricca di eventi, nuove insegne, acquisizioni, lanci. Ecco gli eventi più interessanti dal punto di vista del naming, a cominciare naturalmente dal nome Pam.

ERA UNA VOLTA IL 1958

Correva l’anno 1958, e il primo negozio Pam venne aperto a Padova. L’insegna era semplice con i colori giallo e blu che richiamavano quelli del gonfalone della città di Spinea, originario quartier generale del gruppo. Il nome Pam è un monosillabo che ha la particolarità di essere un acronimo: mette in sequenza le iniziali dell’espressione “Più a Meno”. A quei tempi sigle (come Upim e Oviesse) e acronimi erano la risposta più facile al problema di quale nome scegliere per un’impresa, e Pam non è stata una soluzione sterile. Una parolina semplice, facile da dire, usata al maschile (il supermercato Pam, anche se da qualche anziano si sente a volte dire “vado alla Pam”) e ben comunicata dall’azienda. A ripetizione negli anni il brand ha sfruttato il valore del motto “Più a meno” proponendolo in comunicazione e rendendo chiara la missione: tante referenze e tanti prodotti, tanto assortimento, tanta qualità, a prezzi contenuti. La formula “più a meno” è interessante perché è più ricca di quello che sembra a prima vista. “Più” può essere inteso sia in termini quantitativi (tanta roba!) sia in termini qualitativi (tanto valore, tanta qualità). Come “più”, anche “meno” implica una comparazione: meno rispetto a qualcos’altro o a qualcun’altro. In questa dicitura il brand ha anticipato di decenni la comunicazione comparativa, ancora prima che fosse regolamentata in Italia, e persino attraverso un nome.

 

NASCE L’INSEGNA “METÀ”

Nel 1974 nasce la nuova insegna “Metà” ad opera del Gruppo Pam. Il nome riprende il linguaggio matematico presente già nel “più” e nel “meno” senza ricorrere a segni algebrici. Il tema è sempre quello della riduzione e della compressione. Anche nel caso dell’insegna Metà le letture sono varie: metà prezzo sarebbe la prima, metà spazio quella più coerente con la strategia dell’azienda che selezionava superfici di non più di 400 metri quadrati.

 

PANORAMA

Con li nome Panorama si esce dalla metafora matematica: è una nuova insegna di Ipermercati che nasce nel 1984 grazie ad accordi con altri attori (Coin Oviesse), e che aumenta il respiro degli spazio e del naming. Come il nome invita a immaginare, Panorama offre una vista ampia e aperta su cose belle, grandi scenari e paesaggi. Parla di un’offerta ricca, di vastità, versatilità, e suggerisce anche natura, visione, sguardo in avanti.

Inoltre l’accostamento di Pam e Panorama crea quel gioco Pam / Pan- intrigante. È un peccato essere arrivati vicinissimi, ma non riuscire ad avere un nome che contenga con precisione il monosillabo Pam. Quella lettera N di pa-n-orama spariglia le carte. Il brand si porta a casa però un nome suggestivo e forte, e la piacevole allitterazione Pa – Pa che contribuisce a creare un senso di famiglia.

Nella storia del Gruppo Pam ci sono stati altri nomi a seguito di nascite, acquisizioni e chiusure: Silos, il discount IN poi diventato IN’s, Maximarket, Superal, e poi i nomi delle varie iniziative tra cui Tesori dell’Arca, la linea a marchio proprio. Per tutti questi episodi si veda il sito del PamPanorama  (ah! la successione Pam-Pan) e le meravigliose foto degli anni ’70, quei favolosi bianco-nero e le foto a colori un po’ fané con le corsie dei supermercati, i clienti con i vestiti di una volta, gli occhiali, i fustini Dixan, le 500 Fiat … Che Amarcord.