Si chiama Veuve Clicquot ed è un rinomato champagne. Il nome è piuttosto audace, e contiene una sfida: inserire il termine “vedova” che in francese è appunto veuve, in un nome di azienda, di prodotto e di marca.

Però Lei lo ha fatto e in tempi molto antichi, addirittura nel 1805 quando all’età di 27 anni è diventata prematuramente vedova di François Clicquot. Lei è Barbe-Nicole Ponsardin, nobile francese maritata Clicquot nel 1797 ed erede delle imprese del marito. François Clicquot è il discendente di una famiglia di banchieri e mercanti tessili; tra i tanti possedimenti di famiglia c’erano anche numerosi vigneti, e dal 1772 un commercio di vini a Reims, con l’insegna Philippe Clicquot-Muiron. Clicquot è un cognome diffuso nel nord della Francia nelle zone di Aisne, Oise, Ardenne, anche con le forme Cliquet, Clique. Potrebbe essere un soprannome legato alla figura del suonatore di campane, campanelle e clochette, dalla valenza onomatopeica: clochette / clique / cliquette, e quindi Clicquot.

 

Sotto la guida del marito Madame Clicquot si appassiona al commercio di vini e rivela una tempra e un’imprenditorialità notevoli, che la aiuteranno a far prosperare l’azienda dopo la morte del marito.

Al momento giusto modifica il nome dell’azienda Philippe Clicquot-Muiron apportando un suo segno distintivo Veuve Clicquot Ponsardin: vini e champagne diventano quelli della “vedova”. Probabilmente all’inizio dell’800 la sua storia di giovane vedova e brillante imprenditrice, era così nota che la scelta di rendere nome il modo in cui la donna era chiamata (la Vedova) è stata facile quanto audace. E non le basta introdurre solo il sostantivo veuve in prima posizione nel nome dell’azienda, vuole inserire anche il suo cognome Ponsardin.

 

Di azioni audaci Madame Clicquot ne fa molte, portando innovazione e successo: dà origine allo champagne millesimato, inventa il piano inclinato per la purificazione del nobile vino ed altre tecniche d’avanguardia. Inoltre propone il primo rosé d’assemblage con vini rossi, sfida il blocco continentale e nel 1814 consegna le sue bottiglie a San Pietroburgo.

 

Il segno dell’àncora sul tappo della bottiglia, introdotto inizialmente come unico segno distintivo per proteggere le bottiglie dalla contraffazione, diventa simbolo di trasporto ed esportazione “al di là di tutti i confini”. Sempre sul tappo, il disegno della stella cometa ricorda un evento eccezionale: nel 1811 sulla regione della Champagne transitò una stella cometa e il presagio di un’annata straordinaria si concretizzò. Il colore giallo codificato e registrato come marchio nel 1877,  giunge fino a noi con leggere varianti e rende caratteristica la bottiglia della “vedova” come spesso è chiamata in Italia. “Una sola qualità, la migliore”: è questa una famosa citazione della formidabile veuve.

La raccolgo e la adatto al momento attuale…

Un solo 2017, il migliore.

Buoni brindisi