Samurai è il nome sorprendente scelto nel lontano 1965 dai fratelli Lotti per la loro idea di stuzzicadenti in legno di betulla. Sorprendente per varie ragioni: 50 anni fa ricorrere ad un nome originale non era il primo pensiero per un imprenditore. E non lo era soprattutto per due agenti di commercio che dopo l’incontro con il signor Tanaka, esportatore di legname giapponese, decidono di buttarsi in un’impresa così nuova per loro.

Oggi il nome Samurai sembra quasi banale: siamo abituati a sentirlo, accompagna le nostre vite da sempre ed è diventato quasi sinonimo di stuzzicadenti. Ma in quegli anni scegliere un termine straniero, che apriva un mondo così inedito e misterioso per l’occidente, è stata un’azione audace e rivoluzionaria. E sarà stato forse per aiutare la pronuncia, che il nome è stato segnato con un accento sulla seconda vocale A.

Lo stuzzicadenti come prodotto non era di per sé innovativo nel XX secolo. Sono stati ritrovati stuzzicadenti di bronzo in tombe preistoriche nel nord Italia e nelle Alpi orientali. Nel XVII secolo lo stuzzicadenti era considerato un oggetto di lusso e ne esistevano alcuni creati in metallo prezioso. A metà degli anni 50 in Italia si usavano stuzzicadenti in legno povero, il pioppo. La passione dei fratelli Lotti per le betulle provenienti dall’isola di Hokkaido rispondeva forse al loro desiderio di nobilitare lo stuzzicadenti. E quindi cominciarono a produrlo in legno pregiato chiaro e ben lavorabile, e a proporlo alle piccole botteghe con il suo nome particolare.

Su queste basi la famiglia Lotti ha creato un impero. Ai bastoncini “carezzadenti” come venivano definiti, sono seguito bastoncini per le orecchie, spugne, panni, dischetti struccanti, ombrellini e cannucce per cocktail, e tante altre piccole cose per l’igiene personale e domestica. A maggio 2015 è mancato uno dei due fratelli fondatori dell’azienda SIS (Società Italiana Spugne e Stuzzicadenti) poi divenuta SISMA forse per integrare la sillaba iniziale di Mantova, città d’origine e tuttora sede dell’azienda mai delocalizzata, o per creare una provocazione.

Sembra che un motivo forte che ha fatto convergere i fratelli sul nome Samurai sia stato il desiderio di coniugare il valore del guerriero giapponese con la tenacia mantovana. Nel Giappone feudale i samurai erano una casta militare colta, che oltre alle arti marziali praticava arti zen. La parola samurai deriva dal verbo saburau che significa “servire, tenersi a lato” e saburai indica il “servo” o “accompagnatore”. Sulle note confezioni di stuzzicadenti campeggia il disegno di un samurai con in mano la Katana, la spada giapponese che stilizzata richiama proprio uno stuzzicadenti.

La parola stuzzicadenti è molto simpatica: indica un’azione e il suo complemento oggetto, stuzzicare i denti. Anche le parole grattacielo, rompighiaccio, spazzacamino sono parole composte, ma risultano così spontanee e candide nel loro porsi.