Ingvar Kamprad è morto a 91 anni, spesi a lavorare, creare, industriarsi, trafficare, vendere fiammiferi, salmoni e poi di tutto. Imprenditore e miliardario spartano: così viene definito da alcuni giornalisti che ne parlano in questi giorni. “Taccagno” da altre persone che lo conoscevano personalmente; “frugale” da altri ancora. E frugale è stata anche la scelta del nome per il brand di arredo che ha creato.


La semplicità di una sigla

Senza chiedere tanto in prestito alla lingua, ha usato una sigla che si compone di quattro lettere, le iniziali del suo nome e cognome, del nome della fattoria di famiglia e del villaggio natale. IKEAIngvar Kamprad Elmtaryd Agunnaryd. La composizione di questo nome è fatta in modo casalingo e probabilmente self-made, con un risultato però eccellente.

In termini di pronunciabilità Ikea è una sequenza di lettere facili da pronunciare nella maggior parte delle lingue. Ha musicalità grazie al buon equilibrio di suoni incisivi I – K e suoni dolci E – A e possiede freschezza evocativa per la promettente assonanza con la parola internazionale Idea. Bisogna dire che questa felice combinazione di leve è stata piuttosto unica per il brand: non è stato infatti raggiunto lo stesso risultato per le centinaia di nomi usati dal brand Ikea per i singoli prodotti e linee.

 

Il suo nome proprio

Il nome proprio Ingvar è un antico nome di origine norvegese ed è molto comune in Scandinavia per gli uomini. Deriva da Yngvarr, e si forma sul nome della divinità germanica Yngvi che incontra la radice –arr che suggerisce warrior “il guerriero“.

Kamprad, una variante di “Comrade”, è invece un antico cognome di origine germanica/sassone, patria che i progenitori di Ingvar lasciarono per stabilirsi nel sud della Svezia nel 1896. Niente male se si onora il detto nomen omen, confermato peraltro dalla vita combattiva di quest’uomo, che non era famoso per la simpatia.

 

Il villaggio e la fattoria

Agunnaryd è il nome del villaggio rurale vicino alla fattoria in cui Ingvar visse. Come anche il toponimo Elmtaryd che identifica la fattoria di famiglia, è composto dalla radice -ryd molto comune nel toponimi del sud della Svezia, che significa “radura”, “area pulita dall’uomo per creare pascoli o campi da coltivare”. Dentro il toponimo Agunnaryd è presente und, una parola dello svedese antico che indica il “lago”, mentre nel toponimo Elmtaryd si ritrova l’antico vocabolo elmpt che significa “cigno”. Una grande celebrazione della vita rurale è racchiusa nei toponimi che parlano di radura dei cigni e di radura con un lago.

Mister Kamprad si è ispirato a quello che aveva vicino: se stesso e la sua terra. Ma le parole nascondono una ricchezza immensa, che spesso non è facile trovare. In questo esercizio etimologico si sono cimentati i colleghi svedesi di Skriptor che hanno peraltro sottolineato che prima del successo di Ikea, i nomi delle due località dello Småland, Agunnaryd e Elmtaryd erano praticamente sconosciuti.

 

Ikea versus Aiazzone

Fa sorridere il commento di un giornalista che riferendosi alla rivoluzione operata da Kamprad con la democratizzazione del design e del bello, rimprovera che l’idea Ikea non sia nata in Italia, patria del design e del mobile. Il pensiero va al fatto che ancora anni dopo la nascita di Ikea in Svezia, in Italia avevamo Aiazzone, che “Per i mobili è il massimo”, stando al claim e jingle del brand. Insomma è chiaro che l’Italia partiva da troppo lontano.

Ikea vanta 345 negozi in tutto il mondo (inizio 2018) e il catalogo Ikea è stato fino a qualche anno fa il testo più letto e diffuso nel mondo, dopo la Bibbia. Quest’ultima affermazione lascia pensare.