Labellino è un caso interessante di filiazione di un brand, ben rappresentato nel naming. Lo storico brand Labello, nato come marchio nel 1909 ed estremamente fertile in quanto a proposte e referenze, dà origine a un nuovo brand che si chiama Labellino. L’operazione è molto semplice e ben proposta dall’azienda, ed anche la scelta del nome Labellino è funzionale: il nome della nuova linea è molto vicino a Labello e ne riproduce lo stile. A noi italiani Labellino suona molto familiare e “italiano”: il suffisso –ino nella nostra lingua indica qualcosa di piccolo, mini, bambino. La regola linguistica del diminutivo/vezzeggiativo –ino/ina, non è presente nelle altre lingue ed è poco attiva anche nel latino, che è la lingua a cui si è ispirato l’imprenditore Oskar Troplowitz, creatore di Labello e di Nivea all’inzio del ‘900. Labello deriva da Labium + Bellus nel senso di “labbra belle” e Labellum è anche diminutivo di Labrum o Labium, mentre Nivea prende origine da niveus e da nix/nivis.

Ad ogni modo per il target italiano il nome funziona bene, pur tirando verso un’area infanzia/bambino. Ed il nome mantiene una eufonia anche nelle principali lingue europee. La comunicazione di Labellino cavalca il tema –ino e lo declina in un linguaggio originale, che parla al pubblico pre-adolescente e caratterizza in modo coerente e chiaro la proposta young, più fashion, più trendy. Le declinazioni -ino -llino nei neologisi Newellino Beautyllino, Sexyllino, Softellino rinforzano il nome della nuova proposta con un calco che può risultare stucchevole a chi non è il target. Questo brand mi è stato infatti segnalato da una studentessa del Master di Marketing e Innovazione Istud dopo una lezione sul naming, sottolineando gli aspetti sgradevoli del nuovo nome, usati in modo ridondante nella comunicazione.

Sono convinta che la marca abbia lavorato bene con posizionamento, mix, stile. È raro vedere un nome che si sdoppia ed evolve in questo modo. A volte i nomi cambiano ma in questo caso si tratta proprio di una “filiazione” in cui il mother brand rimane al suo posto e dà origine ad un figliolo, che già a partire dal nome approfitta della notorietà della marca di origine e propone il suo contenuto.